Mastoplastica ibrida: protesi più grasso. Di cosa si tratta?

mastoplastica additiva risultato

La Mastoplastica Ibrida è un mix che unisce i vantaggi della mastoplastica additiva con protesi a quello del lipofilling, ovvero il trapianto di grasso della stessa paziente.

Si tratta infatti di un intervento in cui le due tecniche vengono combinate.

Ho dedicato molti anni di studio a questa affascinante tecnica mista che unisce i vantaggi delle due procedure. Il mio percorso di studi mi ha portato oltre 10 anni fa presso il prestigioso Miami Breast Center in Florida, USA, diretto dal Dr. Roger Khouri, massimo esperto in Medicina Rigenerativa e pioniere nel settore. Lì ho potuto affinare la tecnica ed apprendere le molteplici sfumature dell’utilizzo del tessuto adiposo.

In linea di massima possiamo considerare il grasso come un prodotto riempitivo in grado di valorizzare in maniera eccellente la regione mammaria.

In cosa consiste l’intervento? Ecco le 3 fasi:

PRIMA FASE (prelievo tessuto adiposo):

prelievo grasso per mastoplastica ibrida

Io tendo a seguire un protocollo standard dove inizio con la fase di prelievo del tessuto adiposo. Il tessuto adiposo viene prelevato con delle piccole cannule per poi essere sottoposto ad un processo di purificazione prima di essere utilizzato. Grazie a questa metodica il tasso di attecchimento del tessuto adiposo supera l’80%. La liposuzione localizzata presenta un altro ovvio vantaggio legato al rimodellamento estetico della zona di prelievo del grasso. Questa è in genere rappresentata dall’interno ginocchia o dai fianchi. Inizio prima con il prelievo del grasso in modo da lasciare il tempo al tessuto adiposo di separarsi dal siero e dalle sostanze utilizzate per infiltrare l’area donatrice. A questo punto lasciamo in stand by il discorso grasso su cui torneremo dopo.

SECONDA FASE (mastoplastica additiva):

Si procede quindi con la seconda fase dell’operazione costituita dalla parte chirurgica della mastoplastica additiva. Questa potrà consistere in una classica Mastoplastica o in una Mastopessi. Non mi dilungo su questa fase che potrete approfondire nei due articoli dedicati.

TERZA FASE (lipofilling):

lipofilling

Arriviamo quindi alla terza ed ultima fase dell’intervento, dopo aver quindi prelevato il tessuto adiposo e terminato la fase chirurgica della nostra mastoplastica.

Il grasso prelevato è stato precedentemente decantato e separato dalle parti che non verrano riutilizzate. In media, su 100 cc di liquido prelevato se ne scarteranno circa 30 cc. Questa separazione è fondamentale per far si che il grasso iniettato nella mammella abbia un tasso di attecchimento più alto. Ciò si traduce in una maggiore durata.

Infatti, se correttamente trattato, si può ottenere oltre l’80% di attecchimento.

Il grasso corporeo della stessa paziente viene quindi utilizzato come filler riempitivo. Il tutto in un’unica operazione, senza alcun rischio di rigetto.

Questo particolare tipo di intervento (mastoplastica ibrida) unisce i vantaggi della protesi in termini di volume a quello del grasso in termini di definizione. Sempre più spesso tendo ad utilizzare questa affascinante tecnica mista che permette di donare al risultato un aspetto ancor più naturale.

Quando è indicata una mastoplastica ibrida?

Nella mia pratica sempre più spesso propongo alle mie pazienti questa tecnica mista.

In particolare, è molto utile in questi casi:

condizioni anatomiche:

–  Malformazioni mammarie: è estremamente frequente riscontrare in fase di visita malformazioni mammaria. Si tratta per lo più di condizioni che interessano la mammella solo da un punto estetico. Le forme più comuni sono le ipoplasie mammarie, le mammelle tubulari e le mammelle tuberose. In questi casi l’utilizzo del grasso in aggiunta alla protesi può fare la differenza al fine di ottenere una buona simmetria ed un miglior risultato estetico.

mammella tuberosa tubulare: indicazione alla mastoplastica ibrida

–  Asimmetria mammaria: nel caso di mammelle che in partenza risultano essere di dimensioni diverse propongo un intervento in cui da un lato utilizzo protesi di dimensioni differenti, dall’altro grazie all’utilizzo del tessuto adiposo come filler riempitivo posso andare a ridurre ancora di più questa differenza.

asimmetria mammaria

–  Mammelle lateralizzate: può essere utile per ridurre la distanza tra le due mammelle venendo inserito nei quadranti mammari mediali, in prossimità dello sterno.

mammelle lateralizzate distanza

–  Mammella bassa: quando la distanza tra il solco mammario (la base del seno) e la clavicola è ampia, anche l’intervento meglio riuscito non permette di dare pienezza al decollete.

Può in questi casi essere di grande aiuto il grasso, che viene posizionato nei quadranti superiori della mammella per dare volume alla parte alta del seno.

mammella bassa décolleté vuoto: indicazione alla mastoplastica ibrida

–  Volumizzante: in casi selezionati, può sostituire l’utilizzo di protesi mammarie ed essere utilizzato come volumizzante puro. Resta chiaro che può favorire l’aumento di 1 taglia o poco più.

esiti precedenti procedure:

–  Contrattura capsulare: non è ancora ben chiara la causa, ma in alcune pazienti si sviluppa intorno alla protesi uno strato fibroso che rende al tatto la protesi più dura ed in alcuni casi crea un senso di fastidio. Il tessuto adiposo può dare enormi benefici in termini di ridotta incidenza di contrattura capsulare e di miglioramento estetico della regione.

–  Danni da Radioterapia: il tessuto adiposo, oltre che un ottimo filler volumizzante, è ricco di cellule staminali che favoriscono i processi di guarigione delle ferite e della cute. In questi casi, più che il suo effetto volumizzante, si sfruttano le sue capacità rigenerative attraverso una particolare procedura che prende il nome di nanofat grafting.

Breve nota:  ho presentato questa tecnica al Congresso Nazionale AICPE 2017 (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica) vincendo il premio come migliore presentazione tra i giovani chirurghi. Il progetto è poi continuato tramite una collaborazione con i colleghi dell’Università di Buenos Aires dove ho continuato con il protocollo di trattamento.

In conclusione, questa tecnica di Mastoplastica Ibrida (mastoplastica additiva con grasso) a mio avviso permette di correggere perfettamente piccoli difetti che altrimenti non avrebbero altra cura e dovrebbe integrarsi nell’ ”bagaglio chirurgico” di ogni specialista.